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assistenza tecnica: Maria Elena Fusacchia, Alfredo Ritondale, Massimo Troncanetti
vestiti di scena: Fiamma Benvignati
organizzazione: Manuela Macaluso, Martina Merico, Maura Teofili
produzione Muta Imago 2011
A volte il movimento è frenetico, altre meno, ma sempre continuo. Scivolo senza accorgermene in un incantamento, dove non c’è esito al camminare, non c’è meta allo spostamento. Come raccontava quel sogno: la strada procede senza arrivo, e io continuo con il mio incedere.
Continua l’indagine sulla relazione tra l’uomo e lo spazio. In particolare la questione ora si concentra sul continuo movimento a cui siamo costretti. Che qualita’ ha il nostro continuo spostarci nello spazio? Che sensazioni evoca?
L’impressione di un movimento continuo, moltiplicato, numeroso: il suo scintillio, la sua delicatezza armonica. Una quantità in(de)finita di figure attraversa uno spazio finito, un taglio di spazio, un’inquadratura. Il loro movimento è ininterrotto, ininterrotte ne sono le direzioni e la visione. Questa è la proiezione. Dietro di essa un movimento circolare, unidirezionale e quindi senza direzione. Un falso movimento che genera l’impressione di un movimento reale. Crediamo di muoverci, in realtà stiamo fermi.